Il neo rettore del santuario diocesano di Santa Maria di Merino, Don Antonio De Padova, si ritiene pienamente soddisfatto per la riuscita della prima fiaccolata mariana con rosario meditato e recitato a turno da coppie viestane. In questo mese infatti la chiesa, da tempo immemore, invita ad implementare questa pia pratica.
Il rosario (dal latino rosārium, “rosaio”) arricchisce le preghiere che in pratica formano come una “corona”, cioè una ghirlanda di rose rivolte e dedicate alla Madonna.Ma ancor piu’ antica, la parola “rosario” deriva da un’usanza medioevale che consisteva nel mettere una corona di rose sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle preghiere “belle” e “profumate” rivolte a Maria. Fu cosi così che nacque l’idea di utilizzare una collana di grani (la corona) per guidare la meditazione mariana.E una meditazione bella e approfondita è stata quella di don Antonio che ha voluto soffermarsi sull’importanza stessa di questa preghiera e sul perchè è importante rivolgersi a Lei, alla Madonna, che noi contempliamo paricolarmente sotto il titolo di Santa Maria di Merino.
Con l’occasione è stata inaugurata la nuova illuminazione a led, particolarmente bella e risaltante, insieme al nuovo impianto acustico.