LA SANTA MARIA NON SEMPRE E’ STATA UNA FESTA “RICCA”
I tempi, già si sa, non sempre viaggiano ad un ritmo di vivacità e di prosperità. E proprio in un alternarsi di feste ricche e di feste meno ricche, la storia racconta anche il susseguirsi delle varie guerre del secolo scorso, dominati da una miseria che non concedeva sorrisi neanche all’avvicinarsi della festa più bella di Vieste. Un prezioso documento ci dimostra in pieno le difficoltà in cui viveva la nostra città, tanto da volerne consigliare nel 1932 addirittura la soppressione della festa di Santa Maria di Merino.
Fu la lungimiranza dell’amministrazione comunale di allora, nella persona del Podestà che, avendo capito le difficoltà e le conseguenze che si sarebbero riprodotte contro la popolazione viestana nel sopprimere la festa cittadina, volle andare incontro alle esigenze del Comitato e alle esigenze del popolo. Contribui con una somma tale da permettere comunque lo svolgimento della festa, ma a condizioni che una parte della somma venisse devoluta in favore delle persone meno abbienti di Vieste. Erano coloro che vivevano ogni giorno nel loro stato di povertà. Fu ottemperato a quello che venne prescritto nella delibera? Forse non lo sapremo mai con certezza. Ma sicuramente per la fame delle persone qualcuno tese la mano per ridurla almeno per la festa di Santa Maria.
Proponiamo alla lettura l’antico documento che descrive in pieno lo stato d’animo della popolazione di una Vieste antica, bella ma tanto povera.