IL SENSO DEL CAMMINARE
E’ soprattutto nel periodo primaverile che nella nostra città si concentrano le Feste Patronali (San Giorgio, Santa Maria di Merino e Sant’Antonio di Padova). Il problema pastorale è quello di ripensare la festa patronale attualizzandone il significato originario, anche se non è da eliminare tutto ciò che va oltre la dimensione religiosa. Dunque le feste patronali andrebbero inserite in un “itinerario di fede”,con l’auspicio che non si limiti a mettere in primo piano le manifestazioni di folklore. Infatti quando bussiamo alle porte dei cittadini per chiedere un contributo, le prime informazioni che ci chiedono sono quelle sul nome e sull’importanza del cantante, oppure quale ditta è stata contattata per lo sparo dei fuochi, o ancora se il comitato ha invitato la banda forestiera.Mai nessuno che chieda se sono previsti particolari incontri di preghiera. Nella programmazione della festa patronale andrebbero proposti incontri specifici per approfondire la testimonianza del Santo patrono oppure che una parte della raccolta vada spesa per beneficenza. La festa patronale nasce soprattutto per questo: per mettere in rilievo la figura del Santo Protettore, riconoscendone le virtù e cercando di imitarle.
Tutte le feste patronali inoltre hanno come cardine ed espressione viva la processione lungo le vie cittadine. Esse sono, o dovrebbero essere, manifestazioni di fede del popolo, fuse in connotati culturali, capaci di risvegliare il sentimento religioso dei fedeli alla luce della propria storia. Invece, sotto il profilo della fede cristiana, le processioni sono esposte al rischio di ritenerla come momento culminante della festa che possa sfociare in una degenerazione della processione stessa. Per cui, da testimonianza di fede, può divenire parata puramente folkloristica in cui alcuni facinorosi, se da una parte hanno il merito di mettere ordine dall’altra, cadono in gesti di arroganza e creano invece disordine. Perché la processione conservi il suo carattere di manifestazione di fede è necessario che i fedeli capiscano che essa è la manifestazione del popolo di Dio in cammino che si è messo in marcia con il Santo che viene festeggiato, per annunciare per le strade del mondo il Vangelo della salvezza. Il popolo dunque marcia per le vie della città terrena verso la Gerusalemme celeste. Non litigi dunque, come capita anche per motivi banali, ma fedeli coinvolti nello stesso clima di preghiera, uniti nel canto e solidali gli uni con gli altri, impegnati a concretizzare nel cammino della vita gli esempi del Santo che si onora nella festa.