Tutte le feste patronali sono un invito ad alzare lo sguardo, a contemplare il cielo per renderci conto che l’orizzonte della nostra vita è molto più ampio dei nostri umani progetti. Le persone che noi consideriamo Santi sono coloro che hanno vissuto o vivono la loro vita con questo sguardo più ampio e per questo la loro vita lascia trasparire la presenza stessa di Dio. San Bernardo diceva: “Quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri”. Il senso delle feste patronali, della nostra festa patronale, dunque è quello di guardare ai Santi per risvegliare anche in noi il desiderio del cielo. Ma, se dobbiamo guardare principalmente alla Madonna che non è solo una “santa”, ma è la nostra mamma celeste, uno sguardo particolare lo dobbiamo dare ai Santi. E nella nostra festa patronale non è difficile non contemplare la vita dei Santi, perché di modelli ne abbiamo davvero parecchi. Ben sette sono i Santi che accompagnano la Vergine di Merino durante il suo viaggio trionfale verso il nostro santuario mariano. Sicuramente la storia e la tradizione potrà dare le spiegazioni del perché sono questi e non altri le statue dei Santi che portiamo in processione a Santa Maria. Di alcuni non è troppo difficile capirne il perché. Di altri cercheremo di farci aiutare da chi , innamorato e cultore della storia religiosa locale, saprà anche darci una spiegazione dall’aspetto anche spirituale.
I nostri bambini della Associazione “officina delle arti”, guidati dall’Arch. Paola Cecilia Minervino hanno dato la loro impronta artistica disegnando le immagini che vedono realmente in cattedrale o in processione. La mostra delle loro opere è stata tenuta, come lo scorso anno, lungo la scalinata della casa comunale di Vieste, durante le feste patronali. Non occorre aggiungere altro, perché tutte le foto che vediamo sanno parlare da sole, e soprattutto sanno esprimere in modo perfetto la religiosità vista attraverso gli occhi dell’innocenza.