QUESTO E’ IL MOMENTO PROPIZIO PER LEVARE I NOSTRI OCCHI IN ALTO
In quest’ora buia, tormentata da guerre e da pandemia, ha detto Don Pasquale Vescera che ha presieduto l’eucarestia in occasione della posizione al trono del nostro amato simulacro di Santa Maria di Merino,è giunto il momento di riprendere Gesu’ con noi e noi vogliamo ricominciare a riprendere il cammino verso Merino in compagnia di Maria. Riprendiamo le nostre tradizioni, ha detto don Pasquale, ma con prudenza e seguendo le indicazioni che ci vengono dettate. Lo facciamo con gioia, sotto la guida dello Spirito Santo, per tornare a Merino dove inizia la nostra storia e dove il pensiero ci porta ogni giorno.
Un esplicito riferimento “archeologico” di Don Pasquale che, ricordando la memoria di Don Giorgio Trotta e la pietra coperta di Palude Mezzane da lui fatta restaurare poco prima della morte, ha citato la miniera archeologia della Defensola dove si ricavava la selce che veniva trasportata verso la spiaggia di Scialmarino per essere portata attraverso l’Adriatico e che passava davanti alla pietra della Madonna coperta . E la pietra, ha detto Don Pasquale , è il punto di riferimento verso Gesu’ Cristo, pietra d’angolo ma anche pietra focale come la selce, pietra preziosa dalla quale si poteva generare il fuoco. Cristo Gesu’ è dunque la pietra scartata dai costruttori che diventa ancora di salvezza. In questo luogo noi ci fermiamo per venerare Maria ma vediamo Gesu’ attraverso di Lei. Qui, ha detto ancora don Pasquale, è anche il riferimento alla passione di Gesu’. Da tali riflessioni possiamo capire ancora di piu’ quello che diceva il compianto don Mario Dell’erba quando diceva che la Santa Maria è la pasqua dei viestani. E le tante pietre posizionate lungo il cammino verso Merino fanno rimbalzare il Vangelo di Gesu’ fatto uomo attraverso la presenza di Maria. La Madonna deve essere la pietra angolare dei viestani, nella condivisione e solidarietà .Immergiamoci , ha concluso don Pasquale, in una crescita umana e cristiana. Non dimentichiamo di far brillare la nostra peculiare devozione a Maria non solo il giorno della festa ma in tutta la vita dove si svolge il reale pellegrinaggio terreno.