Quella di Sant’Antonio è la festa che praticamente chiude in forma solenne le principali feste religiose cittadine. La festa liturgica di sant’Antonio, molto sentita a Vieste, si rivela come un prolungamento della festa di Santa Maria di Merino. La statua che raffigura il Santo è tra le più antiche di Vieste ed una delle più’ belle dal punto di vista artistico. Intagliata fuori dal contesto italiano e proveniente da Durazzo, la congrega di Sant’Antonio, la custodisce con solerzia essendone, a quanto pare, anche la proprietaria della statua.
La festa di Sant’Antonio apre definitivamente le porte al periodo frenetico dell’estate, ricorrendo a pochi giorni dal solstizio estivo. Una festa che è già l’antitesi delle lunghe serate festaiole e canore di cui Vieste vanta un ripetersi per quasi tutte le sere della stagione calda.
Se tutto questo rientra nella routine della nostra città, quest’anno ci mancherà la festa esterna come ci sono mancate le tredicine celebrate con la presenza massiccia del popolo. Tutti, a cominciare dal rettore della Chiesa di San Francesco, hanno dato il loro sostegno morale perché la tredicina si svolgesse nel migliore dei modi. Ma è stato un copione già visto in precedenza durante le novene di Santa Maria di Merino, in una chiesa vuota e privata di luci, di colori e di sfarzi.
Ricorderemo a lungo un anno come lo è stato il 2020 fino ad oggi, nell’augurarci che il covid venga definitivamente debellato grazie agli sforzi di tutti ma soprattutto con la creazione di un idoneo vaccino.Lo ricorderemo per tante cose negative e dolorose, ma soprattutto per averci privato delle feste verso le quali Vieste è particolarmente incline.
Per ora soffermiamoci davanti alla statua del Santo dei miracoli per chiedere la salute fisica ed economica. La festa di Sant’Antonio tornerà il prossimo anno per essere piu’ attesa, piu’ bella e più desiderata come lo saranno la festa di San Giorgio e soprattutto di Santa Maria di Merino.
Buon Sant’Antonio a tutti