Al visitarore che entra per la prima volta nella basilica cattedrale non sfuggono tutta una serie di capitelli, poste sulla sommità delle colonne, che si presentano quasi tutti consunti e non sempre ben leggibili. Sembra quasi, o forse lo è, che questi siano stati” mutilati” violentemente con qualche mannaia e purtroppo sfregiati per sempre. Ma certamente anche la corrosione su una pietra facilmente sgretolabile ha avuto la sua ragione.Per quello che ci è possibile, e facendoci aiutare dal quaderno del Centro di cultuta “Niccolo Cimaglia” vogliamo cercare di capire qualcosa in più sulle colonne che reggono e la nostra cattedrale e che da secoli hanno sfidato il rincorrersi del tempo.
I CAPITELLI – PRIMA PARTE
Il ciclo scultureo dei capitelli della cattedrale di Vieste, per l’intima connessione che c’é tra architettura edecorazione, è di importanza fondamentale per la comprensione del monumento.
Dividendo i capitelli in relazione alla loro forma, inizio la descrizione da quelli più vicini al tipo corinzio.Questi, malgrado abbiano subito in misura maggiore i danni provocati dalla ristrutturazione settecentesca, hanno conservato buona parte della decorazione che appare composta da un doppio giro di foglie alte estrette che circondano un nucleo di forma cubica svasata in alto. Mentre superiormente mancano pulvini o abachi sporgenti tra capitelli ed archi, in basso il raccordo tra le colonne prismatiche o cilindriche e la massa pressocchè cubica del capitello è ottenuto con l’inserzione di un cordoncino a spirale ed una maggiore sporgenza delle foglie angolari.
La forma complessiva, che si indovina massiccia e tendente alla geometrizzazione, caratterizza i capitelli differenziandoli dalle tante imitazioni del corinzio in cui si fa uso della stessa decorazione a foglie ricorrenti. Il capitello, che non ha perduto la parte superiore, ha una sorta di sfondo composto da motivi vegetali bande ondulate e persino un piccolo animale. Sul tutto corre un motivo ad intreccio che decora il sottile abaco non sporgente dalla sagoma del capitello. Le foglie che circondano il nucleo del capitello sono in realtà delle masse lievemente aggettanti di forma lanceolata decorate da bassi rilievi riproducenti quel motivo tipico dell’ alto medioevo.
Forma diversa ha il secondo gruppo costituito da due capitelli: il primo molto abraso nel]a posizione n. 2, il secondo perfettamente conservato, non iu situ, ma ritrovato nell’ ambito del monumento. Quest’ultimo, a giudicare dalla base squadrata e dalla mancanza di decorazione su un lato, poteva essere in origine, collocata su una delle paraste terminali ai lati dell’abside centrale. La decorazione è composta da due foglie di acanto sovrapposte su ogni angolo e da voluteche racchiudono uno spazio geometricamente non definito in cui, con libertà compositiva sono inseriti foglie e uccelli.Anche questi capitelli avevano un sottile abaco, non sporgente, decorato con una banda ad intreccio.
Anche il terzo gruppo di capitelli in assenza dell’ abaco sporgente risolve il raccordo tra l’imposta degli archi e la sezione, circolare o poligonale, della colonna con foglie angolari. Queste sono scolpite su smussature che definiscono in modo evidente la geometria delle forme, simili a quelle dei capitelli cubico – sferici, tipici dell’architettura ottoniana e diffusi anche in Italia intorno al mille. A differenza di questi, spesso privi di decorazione.
i capitelli di Vieste presentano un filone di tradizione piuttosto campano beneventano che pugliese.