Quando bussiamo alle porte delle case, molte rimangono chiuse allo squillo del campanello e tanti , anche se siamo a distanza di poco più di un mese dall’inizio della festa, ci accolgono con l’esclamazione/domanda: “Già raccogliete i soldi per la festa di Santa Maria? ” Come dire “ ma non avete proprio nulla da fare? ” Eppure la popolazione dovrebbe sapere che la festa si prepara e si comincia a pagare già molti mesi prima dell’inizio. Un evento di tale portata non può certamente essere preparato nell’arco di qualche settimana perché bisogna programmare, preventivare e visitare tutte le case e i negozi di Vieste, scendendo e salendo numerose scale. Il che non è cosa tanto facile e piacevole. Francamente ci tormenta molto spesso l’idea di salire a piedi fino al terzo o quarto piano senza avere il giusto contributo perché molti, pur essendo dentro (dal di fuori molte volte si sentono le voci o si percepiscono i rumori o i movimenti) non aprono affatto la porta o, se lo fanno, ci invitano a tornare un’altra volta, come se per noi fosse davvero così facile ritornare una-due-tre volte per raccogliere alla fine solo pochi euro.
Quelle persone che vengono a bussare alla tua porta sono le stesse che, come tutti, hanno un lavoro, hanno una famiglia, hanno degli impegni. Eppure per oltre due mesi tutto viene messo da parte perché credono nelle tradizioni del paese e sono convinti che non sacrificandosi più, metterebbero a rischio la sopravvivenza di una delle feste più belle che i nostri progenitori ci hanno lasciato.
Abbiamo chiesto tante volte nuove forze fisiche per la raccolta dei fondi, ma gli appelli sono rimasti inascoltati. Nonostante tutto siamo ugualmente disponibili a continuare sulla strada del sacrificio, chiediamo almeno un sostegno economico elargito con un sorriso e senza troppi ripensamenti. Se la festa di Santa Maria capita solo una volta all’anno, la nostra soddisfazione rimane quella di aver dato il massimo per farla gustare per dodici mesi consecutivi.